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Chi ha mangiato il 3D?

Da diversi anni si parla di "cibo stampato in 3D": cosa c'è di vero e cosa serve? E' nato a Londra il primo ristorante in cui il cibo, invece di essere cucinato tradizionalmente, è lavorato mediante stampanti 3D Open Source.

Si chiama FOOD INK e potete tranquillamente farvi un giro nel suo bizzarro mondo semplicemente visitando il loro sito dal link qui sotto. Vedrete uno strano connubio di tecnologia e alimentazione, che difficilmente vi farà venire appetito ma che se non altro vi farà sorgere nella mente la stessa domanda che è venuta a noi: a che diavolo serve?

http://foodink.io/


In cosa la stampante 3D. ormai conosciuta perfino dalle vecchiette al mercato ortofrutticolo - anzi forse entrata nel settore food proprio grazie a queste ultime - migliora la nostra esperienza in cucina? Ebbene temiamo che la risposta sia "in nulla", assolutamente in nulla.
Non possiamo dire che i piatti generati dalle stampanti 3D, che con amorevole cura sanno generare oggetti in polimero in grado di sostenere pesi e muovere ingranaggi, siano belli da vedere.
Al massimo possiamo trovarli curiosi, originali.

Sì è vero, rappresentano geometrie e raffinate strutture che altrimenti non si potrebbero ottenere per mano d'uomo. Ma sono lontane anni luce dalla bellezza della natura, che ci mostra il pentagono in una mela sezionata come ci mostra la proporzione aurea nelle fasi di crescita di una conchiglia.

Guardavo proprio oggi un bellissimo campo di narcisi in fiore e mi chiedevo: con tutto quello che abbiamo imparato a fare, non un solo fiore potremmo fare da zero con le nostre mani. E allora, poichè dobbiamo avere l'umiltà di capire che i nostri selfie sono del tutto inutili, e che esiste un meccanismo infinito di cui noi siamo soltanto polvere, non sarebbe il caso che utilizzassimo le nostre energie per far fare alle macchine cose utili? Oddio, che parola poco trendy! UTILI.

WASP Stampanti 3D come al solito è sulla cresta dell'onda.
 Come vedete dalle foto, stampa con le sue DELTA bellissimi oggetti in materiale alimentare, come fosse un gioco. E forse proprio così possiamo trovarci un senso: è un gioco generare oggetti alimentari con le stampanti... Mentre in USA hanno già creato un telaio di automobile e ci hanno fatto un giro in pista...

Quando abbiamo visto per la prima volta una PRUSA che stampava cioccolato, ci siamo divertiti e abbiamo pensato che era una cosa bellissima. La possibilità di creare sculture tridimensionali per decorare ogni sorta di dolce ci pareva una grande innovazione. Ma pensare che ci sia qualcuno che si mette in fila per fare l'esperienza di queste "pappe" stampate e solidificate ci suona davvero strano. Possibile che nessuno si accorga della quantità di schifezze che mettono in ogni prodotto alimentare, e invece si faccia incantare da una specie di toast a forma di circuto integrato?

Sì, è possibile. Non ho aggiunto che oggi, nel campo di narcisi, continuava ad arrivare gente che si infilava in mezzo danneggiando i fiori, soltanto per farsi un selfie e poi andarsene immediatamente. Ecco perchè esiste qualcuno che si mette in fila per queste pappe. Perchè noi dobbiamo essere ovunque, sperimentare tutto, senza mai fermarci a pensare che non siamo niente.

Saremo fuori moda, ma noi preferiamo proseguire la ricerca per le applicazioni funzionali delle nostre tecnologie. Per portare avanti l'orologio verso un artigianato digitale libero e potente. E in pausa pranzo - abbiate pazienza - continueremo a mangiare come ci ha insegnato la nonna. Che forse non si faceva i selfie, ma sapeva esattamente cosa aveva valore, e cosa no.