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GiMax & MATY esordiscono ad ITALYmaker

MATY, la "piccola" di casa GiMax bella di nome e d'aspetto inizia oggi la sua fase di test presso il nostro Laboratorio di Via Scalvini e fa "centro" al primo colpo.

E' appena arrivata e per sei mesi verrà testata realizzando tutti i tipi di geometrie, con tutti i materiali possibili. Sono lunghi e severi i test che ITALYmaker porta avanti per offrire alla propria clientela solo il meglio della produzione italiana, e purtroppo non sempre vengono superati nonostante il nostro settore "sforni" novità a tempo record.

GIMAX è una Casa di Prato fondata da Gianni e Massimo, da cui il nome dell'azienda: ci sono venuti a trovare di persona, mettendosi in gioco e senza giri di parole, con la simpatia dei veri Maker e con la promessa di lasciarci una macchina per dimostrarci la bontà del loro lavoro.

Vogliamo fare una prima analisi? La macchina è bella, solidissima e monta una meccanica che tradisce la derivazione industriale dato che Gianni e Massimo fanno macchine per l'industria ed erano partiti da stampanti 3D di ben altre dimensioni: è un caso contrario alla regola, qui la dimensione della stampante è scesa con l'ultima nata, invece di salire.

L'architettura è una Tbot rche garantisce il rigoroso rispetto delle misure di matematica.
La scheda è la mitica Arduino Mega 2560 con firmware Malin, firmware che ci sembra perfettibile dato che, per esempio, non siamo riusciti a preriscaldare il piano con l'apposito comando. Altre piccole "pecche di gioventù" sul firmware credo si possano risolvere a breve, le vie del Marlin sono infinite!

L'estrusore è sostanzialmente italiano, anche se la parte di riscaldamento è cinese (credo) ed è la stessa che abbiamo usato noi per il collaudo della nostra Megabot. Affidabilissima e precisa, non scarta la temperatura e il condotto in bachelite autoprodotto da Gimax fa il suo lavoro egregiamente. Cortissima la distanza tra ingresso condotto e ingranaggio spingicavo, dovrebbe essere semplice stampare anche materiali difficili ed elastici.
Ben tre ventole raffreddano sul gruppo: due per il freezing del pezzo sul piano, una per ventilare l'ingranaggio spingicavo. Ottimo gruppo che lavora benissimo, almeno mi pare dai primi test.

Infine una nota dolente per il piano: riscaldato, ci mette una vita ad andare in temperatura, ma soprattutto non blocca rigorosamente il vetro removibile per cui c'è il rischio che esso trasli da un momento all'altro a causa di un urto con l'ugello, rovinando irrimediabilmente la stampa. Il fermo è dato soltanto dalle solite pinzette, col risultato che su due stampe lanciate abbiamo dovuto regolare il piano entrambe le volte (argh).
Insomma con una meccanica così ci pare un peccato avere un piano di lavoro così economico e impreciso... E' anche vero che qualsiasi Maker sarà in grado di fare una piccola modifica e sistemare il difetto.

Infine un'ultima buona notizia: la MATY ha un prezzo di acquisto eccezionale, soltanto 1800 euro ivati per una TBOT con guide lineari cnc, qualche risparmio di qua e di là dovevano pur farlo! E Gianni ci dice che questo pezzo non terrà a lungo, perchè i margini di vendita sono davvero troppo bassi.

A presto per nuove informazioni su questa interessantissima macchina italiana!