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Dal nostro inviato al MECSPE 2016

Eh sì, c'eravamo anche noi di ITALYmaker al MECSPE 2016 di Bologna. Fiera tecnologica e fiera dell'innovazione, in cui forse non si innova poi un granchè ma dove almeno si può toccare con mano il fermento commerciale del nostro settore.

Cosa possiamo raccontarvi? Ormai la produzione nazionale di stampanti FDM Open Source è immensa, purtroppo non altrettanto variegata. Quasi tutti utilizzano gli stessi componenti, le stesse meccaniche e le stesse elettroniche, per poi dichiarare che le loro macchine sono le migliori del mondo.  Evviva il commercio, padre di tutte le vendite!

Novità? Beh c'è sempre WASP che non almeno delude, con il progetto per stampare complementi di arredo producendo una macchina da un metro cubo, che forse si chiamerà MILLE e sarà presentata ufficialmente al Salone del Mobile.
C'è SDM che non molla e prova a presentare un "prusone" enorme che stampa grandi volumi, degno figlio delle sue RepRap storiche.
C'è la camaleontica Blue Tek che si rinventa un nome ed una macchina partendo dal prototipo che abbiamo disegnato noi tre anni fa, c'è GIMAX che sfoggia il marchio Olivetti 3D ormai "suo" partner per la produzione di stampanti professionali.
C'è Sharebot, e mille altre case più o meno brillanti o appariscenti, piccole o sconosciute, ma in sostanza cosa possiamo dire: ci aspettavamo qualcosa di più da una fiera dell'innovazione!

Forse siamo esigenti, ma nessuno che presentasse macchine in grado di gestire materiali difficili come il Policarbonato, che necessita di preriscaldamento al rotolo per venire estruso correttamente, o come il Wax-alike di FormFutura, che potrebbe cambiare il modo di fare stampi in cera persa, o il Carbonio o il Grafene.

Nessuno che proponesse macchine affidabili per produzioni seriali, in grado di sopportare migliaia di ore di stampa senza problemi, con componenti in acciaio trattato, sensori ottici, ecc.
Tutti felici dei loro V6 inglesi (nel migliore dei casi!), dei loro gruppi estrusori integrati di provenienza cinese, delle loro schede Arduino che, diciamolo, ci hanno decisamente stufato!
Son tre anni che non vediamo altro
, al punto tale che vedere una Fastbot su un prototipo Open Buils Italia oggi ci allarga il cuore.
Ma siamo ancora agli spingicavo di ottone? Mannaggia!

Come vorremmo vedere questo settore sognare di più. Come vorremmo vedere una carrozzeria di automobile stampata in tre giorni, sotto gli occhi di un bambino che si emoziona.

Chissà per quanto tempo ancora vedremo varianti delle architetture XYZ e Delta, e sentiremo dire che vanno a trecento all'ora - per fare che, che dopo una certa velocità la maggior parte dei pezzi si spacca e li devi buttare via?

E pensare che abbiamo il futuro nelle nostre mani. Bisogna averlo anche nel cervello e nel cuore, però, se no resta quella sensazione di già visto che abbiamo avuto quest'anno al MECSPE.

Grazie mille al nostro mitico "inviato speciale" Andrea Marenghi di Open Builds per il servizio fotografico!